domenica 6 dicembre 2015

Regno di Napoli (1748) - Piastra da 120 Grana "Sebeto", Re Carlo



Sebeto era il nome del fiume che bagnava l'antica Neapolis. Il suo antico nome greco, tramandatoci sul verso di alcune monete coniate fra il V secolo a.C. e il IV secolo a.C., era Sepeithos, traducibile come "andar con impeto", probabile riferimento al corso irruente del fiume. Con il volger dei secoli subì varie modifiche nel suo percorso, dovute alle eruzioni del Vesuvio ed a movimenti tellurici.
Al corso d'acqua, la Città di Napoli dedicò un culto, ma il fiume deve la sua rinomanza alle celebrazioni di poeti, quali Virgilio "Sebthide Ninpha" nel VII libro dell'Eneide. Nel Medioevo fu chiamato Rivus e poi Rubeolo. Giovanni Boccaccio, venuto a Napoli, andò invano alla sua ricerca, e nel suo trattato "De Fluminibus", scrive:
"…Il Sebeto è un fiume della Campania, secondo alcuni scorre presso Napoli, ed io ricordo di non averlo giammai visto quando dimorai colà !". 
La città “Neapolis era divisa da “Partenope” (Palepolis) proprio da questo fiume. Alcuni sostengono che fosse anche navigabile "fra lo monte S. Erasmo e lo monte di Patruscolo". Sull'area su cui insiste l'attuale piazza Municipio vi era la foce di questo fiume.


Descriviamo la moneta:
CARLO DI BORBONE (1734 – 1759) – REGNO DI SICILIA E DI NAPOLI - Piastra da 120 Grana del 3° tipo (Sebeto) 1748 (Napoli) -  Diritto CAR : D : G : REX NEA : / HISP : INFANS & c : (Stemma coronato tra M.M  // R .; in basso G. 120 entro cornice); R/ DE SOCIO PRINCEPS. (Sebeto sdraiato sulla riva del mare, con il braccio destro poggiato su di un'anfora da cui scorrono le acque e nella sinistra un remo, alle sue spalle un albero e difronte, in lontananza il Vesuvio fumante. Nell’esergo D’ (data) G .); Contorni vari: treccia in rilievo, foglie in rilievo, liscio, sferetta e quadratino in rilievo o, in alcuni casi, in incuso - Argento 25,61 gr. - Æ 40 mm. (Catalogo Gigante 2012 506 027)

NAPOLI - Fontana del Sebeto
In largo Sermoneta invece si erge la seicentesca fontana monumentale del Sebeto, opera di Cosimo Fanzago, in cui il corso d'acqua è raffigurato secondo la classica iconografia delle divinità fluviali.
Il Sebeto fu tenuto in gran considerazione dai Borboni che lo raffigurarono con sembianze umane in molti monumenti, fontane e monete da Carlo III a Ferdinando IV, quasi come una divinità da tutelare.

Su questa piastra, detta appunto “Sebeto” si legge il motto “DE SOCIO PRINCEPS”, che significa “Da Alleato a Sovrano”.

Tale legenda saluta l’avvento della dinastia borbonica dopo due secoli di duro giogo straniero ed è pertanto un’allusione al fatto che il Regno di Napoli, prima “viceregno asburgico” e “provincia spagnola”, ora è divenuto Regno indipendente e sovrano a tutti gli effetti.



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