domenica 29 dicembre 2019

Repubblica Italiana 1992 - 500 lire “V Centenario della morte di Piero della Francesca”



Piero della Francesca è un pittore italiano che nasce a Borgo Sansepolcro (AR) tra il 1415 ed il 1420 ed ivi muore nel 1492. Grande protagonista del Rinascimento e uno dei massimi artisti di tutti i tempi. La sua formazione ebbe luogo a Firenze, dove si dovette recare ancor giovanissimo, e ad essa concorsero in misura ugualmente determinante la vigorosa concezione plastica di Masaccio e i colori luminosi e tersi di Domenico Veneziano, del quale Piero, come ricorda un documento del 1439, fu aiuto negli affreschi (ora scomparsi) del coro della chiesa di Sant'Egidio. Contemporaneamente agli affreschi dipinge “La Resurrezione” col superbo Cristo sullo sfondo di un suggestivo squarcio paesistico. Nelle opere successive, Piero è più attento agli aspetti minuti delle cose, come si osserva nel bellissimo dittico urbinate con i ritratti di Federico da Montefeltro e di Battista Sforza. Accanto a queste ed altre opere degli ultimi anni di attività, un posto di rilievo merita la maestosa “Madonna col Bambino e Santi”. Trasferitosi nel 1482 a Rimini, Piero vi soggiornò per un lungo periodo prima di ritornare definitivamente a Borgo Sansepolcro ove trascorse, cieco, gli ultimi anni della sua vita. 



Nome della Moneta
“V Centenario della morte di Piero della Francesca”
Descrizione Moneta
Al diritto la moneta riporta il ritratto di Piero della Francesca, da una xilografia di Cristoforo Coriolano, tratta dalla 2^ edizione delle Vite del Vasari (1568). Da sinistra verso destra, “REPVBBLICA ITALIANA”. Sotto, il nome dell’autore “A. VALENTINI”. Al rovescio vi è la riproduzione di un particolare della Resurrezione di Cristo, conservata alla pinacoteca comunale di Sansepolcro. Sullo sfondo, elementi architettonici tratti da studi dello stesso artista. A sinistra, il valore della moneta “L 500” e la lettera “R”, per indicare la Zecca di Roma. A destra, in alto, il millesimo “1992”.
Autore
Annalisa Valentini
Anno di emissione
1992
Contorno
In rilievo, “PIERO DELLA FRANCESCA * 1492 – 1992”
Metallo
Argento 835/1000
Diametro
29 mm
Spessore
2 mm
Peso
11 gr
Zecca
Roma (R)
Tiratura
52.000
Rarità
NC
Decreto
Decreto M. T. del 27 Ottobre 1992



mercoledì 25 dicembre 2019

Repubblica Italiana 1991 - 500 lire “250° Anniversario della Morte di Antonio Vivaldi”



Antonio Lucio Vivaldi, musicista (Venezia 4 Marzo 1678 – Vienna 28 Luglio 1741), è stato un compositore e violinista italiano, che visse nella Repubblica di Venezia, considerato tra i massimi esponenti del barocco musicale. Sacerdote, era detto "il Prete Rosso" per il colore dei capelli. Fu uno dei violinisti più virtuosi del suo tempo e uno dei più grandi compositori di musica barocca. Considerato il più importante, influente e originale musicista italiano della sua epoca, Vivaldi contribuì significativamente allo sviluppo del concerto, soprattutto solistico, genere iniziato da Giuseppe Torelli, e della tecnica del violino e dell'orchestrazione. Non trascurò inoltre l'opera lirica. Vastissima la sua opera compositiva che comprende inoltre numerosi concerti, sonate e brani di musica sacra. Le sue opere influenzarono numerosi compositori del suo tempo tra cui Bach, Pisendel, Heinichen, Zelenka, Boismortier, Corrette, De Fesch, Quantz. Le sue composizioni più note sono i quattro concerti per violino conosciuti come Le quattro stagioni, celebre esempio di musica a soggetto. Come per molti compositori barocchi, dopo la sua morte il suo nome e la sua musica caddero nell'oblio. Solo grazie alla ricerca di alcuni musicologi del XX secolo, come Arnold Schering, Marc Pincherle, Alberto Gentili e Alfredo Casella, Vivaldi riemerse, diventando uno dei compositori più noti ed eseguiti (tratto da Wikipedia).


Nome della Moneta
“250° Anniversario della Morte di Antonio Vivaldi”
Descrizione Moneta
Ritratto di Antonio Vivaldi con violino. Sullo sfondo, il Palazzo Ducale ed un pentagramma, In giro, a destra, “REPUBBLICA ITALIANA” ed in basso, il nome dell’autore “COLANERI”. Composizione comprendente elementi figurativi ed architettonici di Venezia, tra una partitura caratteristica vivaldiana ed il monogramma del musicista. In alto, in giro, “MUSICO DI VIOLINO E MAESTRO DE CONCERTI”. A sinistra, le date dell’anniversario della morte del commemorato: “1741-1991” e la lettera “R”, per indicare la Zecca di Roma. In basso, il valore nominale della moneta “L. 500”.
Autore
Maria Carmela Colaneri
Anno di emissione
1991
Contorno
In rilievo
Metallo
Argento 835/1000
Diametro
29 mm
Spessore
2 mm
Peso
11 gr.
Zecca
Roma (R)
Tiratura
54.000
Rarità
NC
Decreto
M. T. del 27 Marzo 1991




sabato 21 dicembre 2019

Repubblica Italiana 1985 - 500 Lire “Alessandro Manzoni”


La 500 lire Alessandro Manzoni è una moneta commemorativa in argento la cui emissione fu tardivamente autorizzata con D.P.R. 19 maggio 1986. Il valore è di 500 lire ed è dedicata al bicentenario della nascita di Alessandro Manzoni.
 

Alessandro Manzoni, nome completo Alessandro Francesco Tommaso Antonio Manzoni (Milano, 7 marzo 1785 – Milano, 22 maggio 1873), è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo italiano. 

Considerato uno dei maggiori romanzieri italiani di tutti i tempi per il suo celebre romanzo I promessi sposi, caposaldo della letteratura italiana, Manzoni ebbe il merito principale di aver gettato le basi per il romanzo moderno e di aver così patrocinato l'unità linguistica italiana, sulla scia di quella letteratura moralmente e civilmente impegnata propria dell'Illuminismo italiano. Passato dalla temperie neoclassica a quella romantica, il Manzoni, divenuto fervente cattolico dalle tendenze liberali, lasciò un segno indelebile anche nella storia del teatro italiano (per aver rotto le tre unità aristoteliche) e in quella poetica (nascita del pluralismo vocale con gli Inni Sacri e della poesia civile). Il successo e i numerosi riconoscimenti pubblici e accademici (fu senatore del Regno d'Italia) si affiancarono a una serie di problemi di salute (nevrosi, agorafobia) e famigliari (i numerosi lutti che afflissero la vita domestica dello scrittore) che lo ridussero in un progressivo isolamento esistenziale. Nonostante quest'isolamento, Manzoni fu in contatto epistolare con la migliore cultura intellettuale francese, con Goethe, con intellettuali di primo ordine come Antonio Rosmini e, seppur indirettamente, con le novità estetiche romantiche britanniche (influsso di Walter Scott per il genere del romanzo) (tratto da Wikipedia). 


Nome della Moneta
“Alessandro Manzoni”
Descrizione Moneta
Al Dritto è riprodotto il ritratto di Alessandro Manzoni realizzato da Francesco Hayez nel 1841 ed oggi esposto a Brera; in giro è scritto "REPVBBLICA ITALIANA". Al rovescio è riprodotta una "sperada", tipico ornamento del costume tradizionale lombardo; sotto si trovano la data, l'indicazione del valore ed il segno di zecca R. Nel contorno: in rilievo, "ALESSANDRO MANZONI 1785 - 1985".
Autore
Pietro Giampaoli
Anno di emissione
1985
Contorno
In rilievo
Metallo
Argento 835/1000
Diametro
29 mm
Spessore
2 mm
Peso
11 gr.
Zecca
Roma (R)
Tiratura
91.218
Rarità
NC



giovedì 12 dicembre 2019

Repubblica Italiana 1981 - 500 Lire “Publio Virgilio Marone”


La 500 lire "Virgilio" è una moneta d'argento del valore nominale di 500 lire fatta coniare dalla zecca italiana nel 1981 in occasione del bimillenario virgiliano, ossia dei 2000 anni dalla morte del sommo poeta latino Virgilio. Di questa moneta era previsto un iniziale contingente di 500.000 esemplari. La moneta è presentata nella sola versione fior di conio confezionata in astuccio.


Publio Virgilio Marone, noto semplicemente come Virgilio nasce a Mantova il 15 Ottobre del 70 a.C. e muore a Brindisi il 21 settembre 19 a.C., è stato un poeta romano, autore di tre opere, tra le più famose della letteratura latina: le Bucoliche (Bucolica), le Georgiche (Georgica), e l'Eneide. 

Al poeta vengono attribuiti anche una serie di componimenti giovanili, la cui autenticità è oggetto di dubbi e di complicate controversie, che si è soliti indicare in un'unica raccolta, nota col titolo di Appendix Vergiliana (Appendice Virgiliana).
Rappresentazione di Virgilio del III secolo d.C. (Monnus-Mosaic, Rheinisches Landesmuseum, Treviri). 
Virgilio, per il senso sublime dell'arte e per l'influenza che esercitò nei secoli, fu il massimo poeta di Roma, nonché l'interprete più completo e più schietto del grandioso momento storico che, dalla morte di Giulio Cesare, conduce alla fondazione del Principato e dell'Impero ad opera di Augusto. 
L'opera di Virgilio, presa a modello e studiata fin dall'antichità, ha avuto una profondissima influenza sulla letteratura e sugli autori occidentali, in particolare su Dante Alighieri e la sua Divina Commedia, nella quale Virgilio funge anche da guida dell'Inferno e del Purgatorio (tratto da Wikipedia).


Nome della Moneta
“Publio Virgilio Marone”
Descrizione Moneta
Al Dritto è ritratto al centro il poeta Publio Virgilio Marone volto a sinistra, in giro sono poste le diciture, rispettivamente in senso orario ed antiorario, "REPVBBLICA ITALIANA" e "VERGILIVS M-MM POST ANNOS" la firma dell'autore Laura Cretara è posta sotto il ritratto di Virgilio. Al rovescio sono rappresentate le allegorie delle tre opere virgiliane: il bue a sinistra simboleggia le "Bucoliche", il cavallo a destra le "Georgiche", l'albero al centro l'"Eneide". Sopra il bue ed il cavallo sono indicate le date 19 a.C.-1981. In esergo sono riportati indicazione del valore e segno di zecca R.
Autore
Laura Cretara
Anno di emissione
1981
Contorno
In rilievo
Metallo
Argento 835/1000
Diametro
29 mm
Spessore
2 mm
Peso
11 gr.
Zecca
Roma (R)
Tiratura
340.988
Rarità
C






sabato 7 dicembre 2019

Estonia 2019 - “100º Anniversario Università di Tartu”


L'Università di Tartu è l'ateneo della città di Tartu, in Estonia. Considerata dagli estoni l'università nazionale, è stata fondata nel 1632 dal re di Svezia Gustavo Adolfo II. 

Nel corso della sua storia è stata anche indicata come Universität Dorpat, Academia Gustaviana, Università di Jur'ev (dall'antico nome russo della città) e Тартуский университет. 

Fa parte del Gruppo di Coimbra. L'Accademia Gustaviana, sorta in quella che allora era la provincia svedese della Livonia svedese, fu la seconda università dell'Impero svedese, seguendo l'Università di Uppsala (in Svezia) e precedendo quella di Turku (in Finlandia). L'ateneo fu preceduto dal Gymnasium Dorpatense, la scuola dei Gesuiti fondata nel 1583 dal re di Polonia Stefan Batory. Chiusa nel 1710, dopo esser stata per qualche anno trasferita a Pärnu, la scuola fu riaperta nel 1802 dai tedeschi del Baltico, sostenuta dallo zar Alessandro I (nel frattempo la Livonia era passata sotto il controllo dell'Impero russo). Dal 1802 al 1893 lingua d'istruzione a Tartu, chiamata allora prevalentemente con il suo nome tedesco Dorpat, fu il tedesco; sebbene finanziariamente e amministrativamente subalterna rispetto alle istituzioni accademiche di lingua russa, quelle tedesche erano prominenti dal punto di vista intellettuale (metà dei docenti provenivano dalla Germania e un altro terzo era composto di Tedeschi del Baltico). Quella di Dorpat era l'undicesima università tedesca per dimensioni, sulla trentina esistenti in totale entro e fuori dai confini dell'Impero tedesco. L'università educava l'élite politica e professionale, prevalentemente germanofona, dell'area, bacino di quadri amministrativi per l'intero Impero russo. In questo periodo tra gli allievi si può menzionare il pittore Michail Ivanovič Lebedev. Ateneo di prestigio internazionale, ricorda il ventennio 1860-1880 come la propria età dell'oro. 

La libertà concessa a un'università mezzo tedesca si interruppe quando nell'Impero russo si imposero le tendenze centraliste: tra il 1882 e il 1898 venne imposta la russificazione di quasi tutte le istituzioni accademiche. Nel 1898, quando la città fu ribattezzata "Jur'ev", la presenza tedesca venne quasi azzerata. L'ateneo sopravvisse come "Università di Jur'ev" fino al 1918, quando la città fu occupata dalla Germania e riassunse il nome di Dorpat. L'università fu riaperta (ora come "Università di Dorpat") e il corpo accademico e studentesco russo riparò a Voronež, dove diedero vita all'Università Statale di Voronež. 

In seguito alla conquista dell'indipendenza dell'Estonia, nel 1919 l'università divenne un'istituzione estone. Dopo la prima, breve occupazione sovietica del 1940 (conseguente al Patto Molotov-Ribbentrop), nel 1941 Tartu tornò sotto il controllo della Germania nazista, che ripristinò per la città e per la sua università il nome di "Dorpat". Nel 1944 la definitiva occupazione sovietica delle repubbliche baltiche da parte dell'Unione sovietica sancì la sottomissione al potere comunista dell'ateneo fino al 1991. Durante il periodo sovietico la lingua primaria dell'insegnamento rimase l'estone, anche se alcuni corsi erano tenuti in russo. I percorsi accademici furono però uniformati a quelli dell'Unione sovietica, e tracce di questa caratteristica sono rintracciabili ancora oggi. Il pieno ritorno all'autonomia accademica dell'università risale al 1992, l'anno successivo alla riconquista dell'indipendenza da parte dell'Estonia. 


Nell'ultimo decennio l'ateneo ha visto ampi rinnovamenti organizzativi e strutturali, conseguenza della scelta di uniformarsi a modelli universitari "occidentali" (statunitensi, scandinavi e tedeschi) al posto di quelli ereditati dal passato tedesco-baltico e sovietico. Recentemente si è conformata, come tutto il sistema accademico estone, al Processo di Bologna, sia pure con adattamenti locali che prevedono, per ora come progetto, l'abolizione (sul modello americano) di cattedre e facoltà e la loro sostituzione con quattro grandi aree (Studi umanistici, Scienze sociali, Scienze naturali e Medicina) (Tratto da Wikipedia). 

Nome della Monete
“100º Anniversario Università di Tartu”
Descrizione Moneta
Al centro della moneta il logo dell'Università con a sinistra il nome del paese "EESTI" e a destra l'anno di emissione "2019"; in alto la scritta "RAHVUS ÜLIKOOL" (Università nazionale) "100"; in basso la scritta "UNIVERSITAS TARTUENSIS 1632". Sul bordo esterno 12 stelle a cinque punte rappresentanti l'Unione Europea. Autore: Indrek Ilves.
Data di emissione
È inclusa in una Coincard FDC e in busta filatelico-numismatica. Emessa il 19 novembre 2019 per commemorare il 100º anniversario dell'Università Nazionale di Tartu.
Contorno
Finemente zigrinato con il motivo EESTI * EESTI (capovolto).
Metallo
Bimetallica. Parte esterna: rame-nichel; parte interna tre strati: nichel-ottone, nichel, nichel-ottone.
Diametro
25,75 mm
Spessore
2,20 mm
Peso
8,5 gr.
Zecca
Parigi
Tiratura
1.000.000


University of Tartu


sabato 30 novembre 2019

Malta 2019 - “Natura e ambiente”


Dopo “Amore”, “Pace” e “Cultura” arriva “Natura e Ambiente”

La Banca centrale di Malta presenta questa bella moneta commemorativa da 2 Euro per continuare la fortunata serie “From Children with Solidarity” disegnata da giovanissimi studenti dell’isola. Questa quarta moneta è dedicata alla “NATURA ed all’AMBIENTE”. Malta dal punto di vista morfologico può essere distinta in diverse zone: la parte occidentale e meridionale, in cui le coste sono praticamente impossibili da raggiungere, essendo alte e rocciose; la parte orientale e settentrionale, dove la costa è più accessibile, anche grazie alle incantevoli spiagge e alle scogliere più basse della parte occidentale e meridionale; la zona ad est, dove ci sono, tra le altre, le baie di Mellhea e Porto Grande; ed infine, la zona a sud, dove si trova la baia del Mar Scirocco. Il clima di questo Paese è mediterraneo e subtropicale, ed è in particolare caratterizzato da inverni molto piovosi ed estati calde e secche. Un’altra caratteristica dell’arcipelago maltese, sta nel fatto che solo tre isole sono abitate: Malta, Comino e Gozo. Le diversità delle regioni di Malta, ma anche la scarsa presenza di insediamenti umani, permettono l’esistenza di flora e fauna talmente differenti, da rendere il Paese molto ricco in termini di biodiversità. Il conio è di Ottobre 2019. La moneta presenta al centro un disegno di un albero di mele con i suoi frutti e a destra il sole con i suoi raggi. Sullo sfondo una nuvola illuminata dal sole raggiante; il motivo è delimitato nella parte inferiore da un terreno ondulato, con pietre, arato e seminato. L’autore e disegnatore è Joshua Stuart.

“From Children with Solidarity”, parte nel 2016 con il tema dell’amore sotto forma di due mani chiuse a cuore con all’interno la bandiera maltese. 

Amore

Poi fu la volta della moneta dedicata alla Pace: due bambini e la bandiera maltese sotto le ali protettrici della colomba della pace. 


Pace


Nel 2018 “From Children with Solidarity” ci presenta delle architetture millenarie e recenti, il mare e il sole a simboleggiare la cultura di Malta. 

Cultura

La serie si concluderà nel secondo semestre del prossimo anno con il tema Games (Giochi). Per quest’anno, natura e ambiente avranno – anche nella collezione dei 2 euro maltesi – il posto che meritano.

Nome della Moneta
“Natura e ambiente”
Descrizione Moneta
Al centro della moneta il disegno rappresenta un albero con i suoi frutti e a destra il sole con i suoi raggi; a sinistra la scritta "Malta" e l'anno di emissione "2019". Sul bordo esterno 12 stelle a cinque punte rappresentanti l'Unione Europea. Questa è la quarta della serie “Bambini e solidarietà”. E’ inclusa in una Coincard UNC.
Data di emissione
Emessa il 21 ottobre 2019 per celebrare il ruolo sociale del Malta Community Chest Fund attraverso il programma "From Children in Solidarity" destinato agli alunni della scuola secondaria. Il programma intende affermare il ruolo sociale dei bambini e ragazzi visto da cinque angoli diversi: il quarto è dedicato al tema della natura e dell'ambiente.
Contorno
Finemente zigrinato con il motivo "2 " ripetuto 6 volte
Metallo
Bimetallica. Parte esterna: rame-nichel; parte interna tre strati: nichel-ottone, nichel, nichel-ottone.
Diametro
25,75 mm
Spessore
2,20 mm
Peso
8,5 gr
Zecca
Parigi
Tiratura
320.000


giovedì 28 novembre 2019

Repubblica Italiana 1985 - 500 Lire “Anno degli Etruschi”


Anno degli Etruschi 
«È in verità impressionante il constatare che, per due volte nel VII secolo a.C. e nel XV d.C., pressoché la stessa regione dell'Italia centrale, l'Etruria antica e la Toscana moderna, sia stata il focolaio determinante della civiltà italiana.» (Jacques Heurgon, Vita quotidiana degli Etruschi, 1967, p. 23.) 

Gli Etruschi furono un popolo dell'Italia antica vissuto tra il IX secolo a.C. e il I secolo a.C. in un'area denominata Etruria, corrispondente all'incirca alla Toscana, all'Umbria occidentale e al Lazio settentrionale e centrale, con propaggini anche a nord nella zona padana, nelle attuali Emilia-Romagna, Lombardia sud-orientale e Veneto meridionale, e a sud, in alcune aree della Campania. 

La fase più antica della civiltà etrusca è la cultura villanoviana, attestata a partire dal IX secolo a.C., che deriva, a sua volta, dalla cultura protovillanoviana (XII - X secolo a.C.). La civiltà etrusca ebbe una profonda influenza sulla civiltà romana, fondendosi successivamente con essa al termine del I secolo a.C. Questo lungo processo di assimilazione culturale ebbe inizio con la data tradizionale della conquista della città etrusca di Veio da parte dei Romani nel 396 a.C. e terminò nel 27 a.C., primo anno del principato di Ottaviano, con il conferimento del titolo di Augusto. 

Nella loro lingua chiamavano se stessi Rasenna o Rasna, che si ritiene essere un nome derivato da un eponimo. In greco Tyrsenoi (ionico e attico antico: Τυρσηνοί, Türsenòi, in dorico: Τυρσανοί, Türsanòi, abitanti della Τυρσηνίη, Türsenìe, entrambi col significato di "Tirreni"), mentre in latino Tusci o Etrusci da cui "Etruschi" ed "Etruria". 

La più antica menzione degli Etruschi rimasta è quella dello scrittore Esiodo, scritta nel suo poema Teogonia, in cui, al verso 1016, menziona «tutti i popoli illustri della Tirrenia» volutamente al plurale, poiché intendeva comprendere le genti non greche d'Italia. Esiodo scriveva i suoi versi alla fine dell’VIII sec. a.C: a questo periodo (circa 700 a.C.) risalgono le più antiche iscrizioni etrusche conosciute, scritte nell'alfabeto euboico che i commercianti etruschi avevano appreso durante i loro contatti con i Greci all'emporio di Cuma nell'Italia meridionale, almeno settant'anni prima. 

«In realtà, una volta strappata la maschera orientalizzante che li travestiva, (gli Etruschi) sono gli Italici di ieri e di oggi che ci appaiono in una impressione di allucinante consanguineità.» (Jacques Heurgon, Vita quotidiana degli Etruschi, 1967, p. 50.) 
Sull'origine e la provenienza degli Etruschi è fiorita una notevole letteratura, non solo storica e archeologica. Le notizie che ci provengono da fonti storiche, a partire dal V secolo a.C., ovvero 500 anni dopo le prime manifestazioni in Italia della civiltà etrusca, sono infatti piuttosto discordanti. Nell'antichità furono elaborate diverse tesi, riassumibili in tre filoni principali: il primo che sostiene la provenienza orientale dal Mar Egeo, Grecia o Anatolia, riportata da Ellanico di Lesbo ed Erodoto, storici greci vissuti nel V secolo a.C.; il secondo che sostiene l'autoctonia degli Etruschi elaborata dallo storico greco Dionigi di Alicarnasso vissuto nel I secolo a.C., e il terzo che sostiene la provenienza settentrionale elaborata sulla base di un passo di Tito Livio che mette in collegamento gli Etruschi con le popolazioni alpine, in particolare i Reti. Per gli studiosi moderni la tesi dell’autoctonia o della provenienza settentrionale sarebbero preferibili. Studi recenti di linguistica hanno dimostrato una consistente affinità della lingua etrusca con la lingua retica parlata nelle Alpi. 

Francobolli della Repubblica Italiana del 1958-1966 e ss.

Studi genetici dell'Università di Ferrara e Firenze, pubblicati nel 2013, sul DNA mitocondriale di una trentina di campioni etruschi vissuti tra l'VIII secolo a.C. e il III secolo a.C., condotti grazie a tecnologie di nuova generazione di sequenziamento del DNA (NGS), danno ragione alla versione di Dionigi di Alicarnasso: gli Etruschi erano autoctoni. Uno studio genetico dell'Università di Stanford, pubblicato nel 2019, dopo aver analizzato il DNA autosomico di alcuni campioni dell'età del ferro provenienti dalle aree intorno a Roma, ha concluso che non ci fossero significative differenze genetiche tra Etruschi e Latini del Latium vetus. (tratto da Wikipedia) 

Nome della Moneta
500 Lire Repubblica Italiana - “Anno degli Etruschi”
Descrizione Moneta
Al Dritto è raffigurata una statuetta (bronzetto votivo) etrusca raffigurante un guerriero con elmo e scudo. Il guerriero etrusco è rappresentato nell'atto di scagliare la lancia. La statuetta risale alla prima metà del V secolo a.C. ed è conservata a Firenze nel Museo Archeologico). E' probabile che l'immagine riproduca quella di Maris (Marte), divinità guerriera. La stessa è molto ben conservata, ricca di dettagli soprattutto nelle armi (scudo, elmo e corazza).
Autore
Uliana Pernazza
Anno di emissione
1985
Contorno
In rilievo
Metallo
Argento 835/1000
Diametro
29 mm
Spessore
.
Peso
11 gr.
Zecca
Roma (R)
Tiratura
103.651
Rarità
C